Giro d'Italia 2002 |
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Edizione | 85ª |
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Data | 11 maggio - 2 giugno |
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Partenza | Groninga (NLD) |
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Arrivo | Milano |
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Percorso | 3 363,8 km, prol. + 20 tappe |
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Tempo | 89h22'42" |
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Media | 37,635 km/h |
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Classifica finale |
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Primo | - Paolo Savoldelli
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Secondo | - Tyler Hamilton
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Terzo | - Pietro Caucchioli
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Classifiche minori |
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Punti | Mario Cipollini |
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Montagna | Julio Alberto Pérez Cuapio |
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Squadre | Alessio |
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Intergiro | Massimo Strazzer |
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Super Team | Alessio |
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Cronologia |
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Edizione precedente | Edizione successiva | Giro d'Italia 2001 | Giro d'Italia 2003 | |
Manuale |
Il Giro d'Italia 2002, ottantacinquesima edizione della "Corsa Rosa", si svolse in venti tappe precedute da un cronoprologo iniziale dall'11 maggio al 2 giugno 2002 per un percorso totale di 3 363,8 km. Fu vinto dall'italiano Paolo Savoldelli.
Tappe
Squadre e corridori partecipanti
Resoconto degli eventi
In omaggio all'Unione europea e all'introduzione fisica dell'euro la corsa prese il via da Groninga, nei Paesi Bassi, attraversando quindi Germania, Belgio, Lussemburgo e Francia, paesi fondatori dell'UE insieme all'Italia. Poi il trasferimento, da Strasburgo a Fossano, e il primo giorno di riposo.[1] Cinque erano gli arrivi in salita, due dei quali sulle Alpi, mentre tre (incluso il cronoprologo di Groninga) le cronometro. Stefano Garzelli, il campione in carica Gilberto Simoni, Francesco Casagrande, Dario Frigo e Pavel Tonkov erano i principali favoriti alla vittoria finale.[1][2]
L'edizione fu tormentata da numerosi casi di doping. Inizialmente ci furono quattro ciclisti partecipanti coinvolti: Nicola Chesini della Ceramiche Panaria-Fiordo finì ai domiciliari con l'accusa di aver fornito sostanze dopanti ai colleghi (primo corridore arrestato in corsa, in 85 anni di storia al Giro),[3][4] Domenico Romano della Landbouwkrediet-Colnago si costituì quattro giorni dopo il mandato di cattura, Faat Zakirov della Panaria e Roberto Sgambelluri della Mercatone Uno risultarono invece positivi al NESP, l'EPO di seconda generazione, dopo il controllo antidoping di Groninga.[5]
Poi venne il turno di due favoriti per la vittoria finale. La sera del 17 maggio uscì la notizia della positività al Probenecid (un diuretico utilizzato spesso come coprente) di Stefano Garzelli, fin lì dominatore della corsa e già vincitore di due tappe e con indosso la rosa. Il controllo era stato svolto a Liegi quattro giorni prima.[5] Il varesino decise di continuare la gara, ma dopo la conferma della positività nelle controanalisi, il 21 maggio fu costretto ad abbandonare (verrà in seguito squalificato). Passarono solo tre giorni dall'addio di Garzelli e anche Gilberto Simoni, fresco vincitore della tappa di Campitello Matese, venne forzato dalla sua squadra a lasciare la gara per una positività alla cocaina riscontrata in un test di un mese prima.[2] Il trentino si difenderà additando come causa della contaminazione alcune caramelle colombiane regalategli dalla zia, versione dei fatti che sarà poi confermata dalla giustizia sportiva.[4][6]
Il giorno dopo la notizia della positività di Garzelli, grazie a una fuga l'esperto Jens Heppner conquistò la maglia rosa, sottraendola proprio all'atleta della Mapei-Quick Step; il tedesco tenne la leadership per ben dieci tappe, fino alla frazione di Corvara in Badia, la prima sulle Alpi, quando dovette cederla all'ex biker australiano Cadel Evans. Il 28 maggio, intanto, anche quello che era ormai considerato il principale candidato al successo finale, Francesco Casagrande, aveva dovuto lasciare la corsa: il ciclista della Fassa Bortolo venne infatti espulso per aver spinto e fatto cadere il colombiano John Freddy García durante lo sprint per un GPM di terza categoria nella tappa con arrivo a Conegliano.[7]
Venuti a mancare molti dei favoriti, sulle Dolomiti la "Corsa Rosa" divenne una battaglia con numerosi contendenti: Evans, Tyler Hamilton, ex gregario di Armstrong, Paolo Savoldelli, già secondo al Giro 1999, ma anche Dario Frigo, Aitor González, Pietro Caucchioli e Juan Manuel Gárate. Dopo un grande equilibrio, si decise tutto sulle ultime salite, nella tappa di Folgaria. Evans, in rosa dal giorno prima, crollò ed uscì anche dalle prime dieci posizioni, e pure Frigo e González persero terreno; Savoldelli invece tenne bene, attaccò Hamilton e lo staccò di quasi due minuti (quel giorno vinse Tonkov), vestendo di rosa.[8] L'atleta della Index-Alexia Alluminio consolidò il primato due giorni dopo, quando superò i principali rivali anche nella cronometro in Brianza vinta da Aitor González.[4][9]
Pur non essendosi aggiudicato alcuna tappa, Paolo Savoldelli fece così sua la corsa davanti a Tyler Hamilton;[4] terzo fu Pietro Caucchioli, quarto Gárate. Mario Cipollini vinse ben sei tappe (suo record personale al Giro) e, per la terza volta in carriera, la maglia ciclamino della classifica a punti. La maglia verde del Gran Premio della Montagna andò al messicano Julio Alberto Pérez Cuapio, vincitore a Valle Castellana e Corvara in Badia, quella azzurra dell'Intergiro a Massimo Strazzer.
Dettagli delle tappe
Prologo
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1ª tappa
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2ª tappa
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3ª tappa
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4ª tappa
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5ª tappa
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6ª tappa
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7ª tappa
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8ª tappa
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9ª tappa
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10ª tappa
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11ª tappa
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12ª tappa
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13ª tappa
- 25 maggio: Chieti > San Giacomo – 186 km
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14ª tappa
- 26 maggio: Numana > Numana (cronometro individuale) – 30,3 km
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15ª tappa
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16ª tappa
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17ª tappa
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18ª tappa
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19ª tappa
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20ª tappa
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Evoluzione delle classifiche
Classifiche finali
Classifica generale - Maglia rosa
Classifica a punti - Maglia ciclamino
Classifica scalatori - Maglia verde
Classifica Intergiro - Maglia azzurra
Classifica a squadre - Trofeo Fast Team
Classifica a squadre - Trofeo Super Team
Note
- ^ a b Gianfranco Josti, Il Giro europeo prova a scacciare i veleni, in archiviostorico.corriere.it, 11 maggio 2002. URL consultato il 31 luglio 2012.
- ^ a b Gianfranco Josti, Casagrande e Frigo nuovi favoriti Pantani deve correre dal dentista, in archiviostorico.corriere.it, 25 maggio 2002. URL consultato il 31 luglio 2012.
- ^ Francesco Alberti, Chesini agli arresti domiciliari: «Non so chi mi ha messo in mezzo», in archiviostorico.corriere.it, 19 maggio 2002. URL consultato l'11 maggio 2011.
- ^ a b c d Giro d'Italia - 2002 / La storia [collegamento interrotto], su centoannigiro.gazzetta.it, centoannigiro.gazzetta.it. URL consultato l'11 maggio 2011.
- ^ a b Gianfranco Josti, Il Giro è sotto choc: positiva la maglia rosa, in archiviostorico.corriere.it, 19 maggio 2002. URL consultato il 31 luglio 2012.
- ^ Eugenio Capodacqua, Simoni assolto. Niente doping, solo caramelle, in ricerca.repubblica.it, 28 luglio 2002. URL consultato il 28 maggio 2012.
- ^ Giro d'Italia. Giudici squalificano Francesco Casagrande [collegamento interrotto], in www.rainews24.rai.it, 28 maggio 2002. URL consultato il 31 luglio 2012.
- ^ Gianfranco Josti, Sulle Dolomiti spunta la rosa di Savoldelli, in archiviostorico.corriere.it, 31 maggio 2002. URL consultato il 31 luglio 2012.
- ^ Luca Pellegrini, 10 anni di Giro: 2002 - Il trionfo del Falco Bergamasco, in spaziociclismo.it, 30 aprile 2010. URL consultato il 6 gennaio 2011.
Bibliografia
- Pier Bergonzi, Elio Trifari (a cura di), Un secolo di passioni - Giro d'Italia 1909-2009, Il libro ufficiale del centenario, Milano, Rizzoli, 2009.
Collegamenti esterni
- La corsa su Cyclebase.nl, su cyclebase.nl.
- (FR) La corsa su Cyclingbase.com, su cyclingbase.com. URL consultato il 14 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2011).
- (EN) La corsa su Cyclingnews.com, su autobus.cyclingnews.com.
- (EN) La corsa su Cqranking.com, su cqranking.com.
- Paolo Mannini (a cura di), Giro d'Italia 2002, su Museodelciclismo.it.
- La corsa su Sitodelciclismo.net, su sitodelciclismo.net.
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