Profilassi post-esposizione ad HIV

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La profilassi post-esposizione ad HIV è una particolare profilassi post-esposizione o PEP (Post-Exposure Prophylaxis) da applicare in caso di possibile esposizione al virus HIV.

La profilassi consiste in un trattamento farmacologico simile alla HAART (Highly Active Antiretroviral Therapy), la terapia antiretrovirale seguita dalle persone già contagiate da HIV, ma che, invece, ha lo scopo di ridurre la probabilità di contagio dopo una possibile esposizione.

Questo tipo di trattamento viene in genere operato dai reparti di infettivologia degli ospedali.

Profilassi occupazionale e non occupazionale

Come ogni profilassi post-esposizione, può essere occupazionale, se viene applicata a operatori sanitari dopo un incidente con oggetti contaminati, come puntura con aghi precedentemente utilizzati per iniezioni a pazienti, oppure non occupazionale, e in tal caso viene indicata con la sigla nPEP, se viene applicata a persone che non siano operatori sanitari le quali però si siano trovate in situazioni a rischio, per esempio rottura del preservativo durante un rapporto sessuale con un'altra persona che risulti HIV-sieropositiva oppure ferimento con oggetti che potrebbero essere contaminati.

Tempi del trattamento

La profilassi post-esposizione deve essere iniziata al più presto possibile dopo l'esposizione all'HIV, possibilmente entro 4 ore dall'infortunio e, comunque, non oltre le 72 ore.

Si stima che la probabilità di contagio si riduca dell'80% se la profilassi è praticata correttamente e nei tempi stabiliti. La necessità di iniziare il trattamento al più presto possibile è legata al fatto che, in base a quanto si ritiene, occorre agire sul virus HIV prima che esso raggiunga il timo.

Solitamente il trattamento viene attuato per 4 settimane. Grazie a esso vi è una buona probabilità che il virus non riesca a diffondersi a sufficienza per sopravvivere e venga eliminato dall'organismo, purché abbia inizio nelle primissime ore in seguito all'infortunio.

Possibili effetti sui tempi di sieroconversione

Se si verifica che, nonostante la profilassi post-esposizione, non si riesce a evitare il contagio, si può osservare, in alcuni pazienti, un ritardo della sieroconversione, ossia un prolungamento del periodo finestra necessario affinché i test per la ricerca di anticorpi anti-HIV si positivizzino.[1]

Note

  1. ^ Linee-guida del Ministero della Sanità in merito alla PPE, "Follow up", su inmi.it. URL consultato il 28 marzo 2023 (archiviato dall'url originale il 18 dicembre 2012).

Voci correlate

  • Profilassi
  • HIV
  • AIDS
  • Prevenzione dell'AIDS
  • Test HIV
  • Sieroconversione

Collegamenti esterni

  • Profilassi Post Esposizione - In cosa consiste, su schivami.it. URL consultato l'8 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2015).
  • Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani: Linee Guida per la Profilassi Post-Esposizione ad HIV: PDF Archiviato il 30 settembre 2007 in Internet Archive., HTML Archiviato il 18 dicembre 2012 in Internet Archive.
  • Informazioni sulla profilassi post-esposizione occupazionale su HelpAIDS
  • Informazioni sulla profilassi post-esposizione non occupazionale su HelpAIDS
  • Informazioni sulla profilassi post-esposizione occupazionale dal sito hiv.ch, su hiv.ch.
  • Informazioni sulla profilassi post-esposizione sessuale dal sito hiv.ch, su hiv.ch.
  • (EN) HIV Medicine: Post-Exposure Prophylaxis (PEP), su hivmedicine.com. URL consultato il 13 gennaio 2007 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2007).
  • (EN) Documento ufficiale del CDC di Atlanta sulla profilassi post-esposizione: Guidelines for the Management of Occupational Exposures to HBV, HCV and HIV and Recommendations for Postexposure Prophylaxis
  • (EN) Altri documenti ufficiali del CDC di Atlanta sulla profilassi post-esposizione: Occupational Exposure & Post-Exposure Prophylaxis, Non-Occupational Post-Exposure Prophylaxis
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