Mirsaid Sultan-Galiev

Mirsaid Sultan-Galiev

Mirsaid Sultan-Galiev (Elembet'ev, 13 giugno 1892 – Mosca, 28 gennaio 1940) è stato un giornalista e rivoluzionario boscevico di origine tatara, associato al movimento del jadidismo (riformismo musulmano turcofono in Russia).

Biografia

Sultan-Galiev con sua moglie nel 1919

Di origine tataro del Volga, Sultan-Galiev nacque presso Ufa, in Baskiria. Fu educato inizialmente in persiano e arabo, e dal 1905 in russo. Una volta terminati gli studi in 1911 si dedicò al giornalismo e ad insegnare la lingua russa.[1] Entrò nelle file bosceviche nell'estate di 1917.[2]

Sultán Galiev provò a sviluppare una dottrina alternativa di rivoluzione socialista,[3] con la premessa che il marxismo e lo stile di vita islamico non sarebbero necessariamente incompatibili. In tal modo egli fu uno degli elaboratori, insieme a Mulla-Nur Vahitov, della teoria del comunismo nazionale musulmano, con forza tra il 1918 e il 1928.[4] Sultán Galiev difendeva un'applicazione selettiva della propaganda anti-religiosa nei territori sovietici, sulla base del caso concreto.[5]

Sultan-Galiev fu destinato a Kazan' dopo la presa della città da parte dei bolscevichi, e giusto prima che questa fosse ripresa dall'Esercito Bianco verso l'estate del 1918, scappò a Mosca, Nur-Vahitov venne fucilato dai legionari cecoslovacchi in agosto.[6] sotto la protezione di Iosif Stalin.[6] Preoccupato per la direzione della rivoluzione già nel 1918,[7] durante il 1919 Sultan-Galiev pubblicò una serie di articoli dove difese il nuovo focus della Rivoluzione internazionale comunista per l'Asia in contrapposizione all'Europa Occidentale.[8] Sultan-Galiev ha pensato ad uno stato socialista musulmano come pivot per portare il socialismo in Asia, sviluppando il concetto di «nazioni proletarie».[9] Con l'avanzata dei bolscevichi durante la guerra civile russa, i piani per una grande repubblica socialista tatara-baschira furono accantonati, creando due piccole repubbliche separate.[6]

Foto segnaletica di Sultán Galiev il 14 dicembre 1928

Scontratosi apertamente già nel X Congresso comunista del 1921 con Stalin,[10] nel 1922 la proposta di Sultan-Galiev e dei suoi collaboratori che i territori autonomi si unissero all'Unione sovietica in forma di repubblica anziché come territorio della repubblica socialista russa fu tacciata come reazionaria.[11] Condannato come «deviazione nazionalista» dopo il XII Congresso Bolscevico dell'aprile 1923, Sultan-Galiev divenne il primo membro purgato dal partito per questo motivo.[12] Non tarderà ad essere arrestato dall'OGPU il 4 maggio 1923; dopo due confessioni sotto forte pressione, fu liberato.[13] Venne detenuto di nuovo nel novembre 1928 e processato nel 1929.[14] Altri suoi collaboratori baschiri e tatari furono processati negli anni '20 e '30 durante le grandi purghe staliniane.[15]

Arrestato nuovamente nel 1938, Sultan-Galiev fu condannato a morte nel 1939 e giustiziato il 28 gennaio 1940,[16] a Mosca.[17]

La sua vilipesa figura è rimasta inesorabilmente associata all'idea di «rinnegato nazionalista», anche dopo la morte di Stalin.[18]

Note

  1. ^ Guadagnolo 2013, p. 72.
  2. ^ Guadagnolo 2013, p. 84.
  3. ^ Guadagnolo 2013, pp. 73-74.
  4. ^ Fowkes, 2009.
  5. ^ Guadagnolo 2013, p. 78.
  6. ^ a b c Bennigsen 1987, p. 62.
  7. ^ Bennigsen 1987, p. 61.
  8. ^ Roberts 2007, pp. 41-42.
  9. ^ Williams, 2000.
  10. ^ Rieber 2015, p. 74.
  11. ^ Martin 2001, p. 397.
  12. ^ Rorlich 1974, p. 365.
  13. ^ Guadagnolo 2013, p. 81.
  14. ^ Lemercier-Quelquejay 1989, pp. 305-306.
  15. ^ Guadagnolo 2013, p. 86.
  16. ^ Bennigsen 1979, pp. 91-92.
  17. ^ Egan 2007, p. 211.
  18. ^ Lemercier-Quelquejay 1989, p. 306.

Bibliografia

  • Alexandre A. e S. Enders Wimbush, Muslim National Communism in the Soviet Union: A Revolutionary Strategy for the Colonial World, Chicago y Londres, The University of Chicago Press, 1979, ISBN 0-226-04235-9.
  • Alexandre Bennigsen, Marxism or Pan‐Islamism: Russian Bolsheviks and Tatar national communists at the beginning of the civil war, July 1918, in Central Asian Survey, vol. 6, n. 2, 1987, pp. 55-66.
  • David R. Egan e Melinda A. Egan, Joseph Stalin: An Annotated Bibliography of English-Language Periodical Literature to 2005, Lanham, Toronto y Plymouth, The Scarecrow Press, 2007, ISBN 978-08108-5948-7.
  • Ben Fowkes e Bülent Gökay, Unholy Alliance: Muslims and Communists – An Introduction, in Journal of Communist Studies and Transition Politics, vol. 25, n. 1, 2009, pp. 1-31.
  • Gary Guadagnolo, "Who Am I?": Revolutionary Narratives and the Production of the Minority Self in the Early Soviet Era, in Region, vol. 2, n. 1, 2013, pp. 69-93, ISSN 2166-4307 (WC · ACNP), JSTOR 43737648.
  • Terry Dean Martin, The Affirmative Action Empire: Nations and Nationalism in the Soviet Union, 1923-1939, Ithaca y Londres, Cornell University Press, 2001, ISBN 0-8014-8677-7.
  • Chantal Lemercier-Quelquejay, À propos de Sultan Galiev, in Cahiers du monde russe et soviétique, vol. 30, n. 3, 1989, pp. 305-307.
  • Martin Mccauley, The Soviet Union 1917-1991, 2ªª ed., Nueva York y Londres, Routledge, 1993, ISBN 0-582-01323-2.
  • Richard Pipes, The Formation of the Soviet Union: Communism and Nationalism, 1917-1923, 6ªª ed., Harvard University Press, 1997, ISBN 0-674-30950-2.
  • Alfred J. Rieber, Stalin and the Struggle for Supremacy in Eurasia, Cambridge University Press, 2015, ISBN 978-1-107-07449-1.
  • Glenn L. Roberts, Commissar and Mullah: Soviet-Muslim Policy from 1917 to 1924, 2007, ISBN 1-58112-349-3.
  • Jeremy Smith, The Bolsheviks and the National Question, 1917–23, Macmillan Press LTD., 1999, ISBN 978-1-349-40610-4.
  • Beryl Williams, Lenin, Pearson Education, 2000, ISBN 0-582-43760-1.

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