Lo stesso argomento in dettaglio: Lombardia (regione storica).
Il nome deriva dal termine medievale Longobardia, in uso nell'Italia bizantina per designare la parte della penisola dominata dai Longobardi, in opposizione alla rimanente, allora detta Romania.
Dopo l'888, durante l'epoca carolingia, il termine Longobardia venne invece usato a toponimo della marca del Sacro Romano Impero fondato da Carlo Magno, comprendente Milano, che aveva confini molto più estesi della moderna Lombardia. Solo dalla costituzione del Regno d'Italia il toponimo si riferisce all'attuale suddivisione amministrativa.[12]
Il nome "Lombardia", che si ritrova nel saggio del 1553 Descrittione di tutta Italia di Leandro Alberti con la suddivisione in "Lombardia di qua dal Po" e "Lombardia di là dal Po",[13] quindi ancora con un significato che andava oltre agli attuali confini della regione, venne riportato all'uso moderno dopo la Guerra di successione spagnola quando l'Impero austriaco, impossessatosi di questa regione nel 1714, cominciò a indicarla come "Lombardia austriaca". Da questo punto in poi con il termine "Lombardia" si iniziò a definire un territorio più limitato, corrispondente all'incirca alla moderna regione italiana.[14][15]
Il Nord Italia in epoca romana, suddiviso nelle regioni augustee. Tra esse c'era Regio XI Transpadana, che aveva come capitale Mediolanum, cioè MilanoIl re longobardoAlboino entra a Pavia. Il nome della regione deriva dal latino medievale Longobardia,Terra dei Longobardi, popolazione germanica che invase la penisola italica nel 568 d.C. e fece di Pavia la capitale del proprio regno.
Nella Pianura Padana sono stati trovati vari oggetti che testimoniano la diffusione in essa già nel III millennio a.C. dell'uomo,[16] già presente almeno dal pleistocene in area prealpina[17]
Negli ultimi secoli dell'Impero Romano d'Occidente, Milano (Mediolanum) accrebbe notevolmente la propria importanza di centro politico e religioso (con l'episcopato di sant'Ambrogio), tanto che divenne una delle sedi dei tetrarchi al tempo di Costantino, il quale nel 313 d.C. emanò un editto chiamato editto di Milano, tramite cui si concedeva a tutti i sudditi la libertà di professare la propria religione, anche ai cristiani, fino ad allora esclusi da tale diritto.[18]
Alla caduta dell'Impero romano d'Occidente (l'assedio di Pavia e la conseguente morte di Flavio Oreste furono gli episodi principali della caduta della pars Occidentalis[19]) furono i barbari a dominare la regione: prima arrivarono gli Eruli di Odoacre (476-493), poi gli Ostrogoti di Teodorico il Grande (493-553), che fecero di Pavia una delle sedi (insieme a Ravenna e Verona) del loro regno[20]. La Lombardia ritornò poi a far parte dell'Impero romano (questa volta dell'Impero bizantino) dopo la Guerra gotica, che durò circa 20 anni e che flagellò l'Italia intera. Dopo pochi anni di dominio imperiale bizantino, nel 568 i Longobardi attaccarono e conquistarono gran parte dell'Italia, e posero la loro capitale a Pavia.[21]
È proprio in questo periodo che si iniziò a chiamare con il termine Langobardia i territori occupati dai Longobardi, ossia gran parte della Pianura Padana e l'attuale Toscana (Langobardia Maior) e i ducati di Spoleto e Benevento nell'Italia centrale e meridionale (Langobardia Minor).[22][23] Nel VII secolo il termine "Lombardia" prese a designare specificamente la marca carolingia comprendente Milano e Pavia, detta in precedenza Liguria o Neustria, anche se continuò ancora per più di un millennio a designare in senso lato l'intera Italia centro-settentrionale (vedi Lombardia (regione storica)).[24]
Nel 774 il re dei Franchi Carlo Magno - disceso in Italia l'anno precedente, su invito del pontefice Adriano I minacciato dai Longobardi - conquistò Pavia, portò prigioniero in Gallia re Desiderio e si autoproclamò re dei Franchi e dei Longobardi, mentre fregiava del titolo di re d'Italia il proprio secondo figlio maschio Pipino. Il dominio franco diede inizio alla struttura politica feudale che caratterizzò l'Alto Medioevo.
Con i sovrani carolingi la Lombardia fu parte del Regno d’Italia (800-1024), che fu subito dotato di una larga autonomia e che tese, senza giungervi del tutto, a un'organizzazione centralizzata delle funzioni amministrative, giudiziarie e finanziarie dello stato, concentrate nella capitale, Pavia[25].
Pontida: lapide in ricordo della Lega LombardaStemma dei Visconti, signori di Milano
Nella Pianura Padana del Basso Medioevo cominciò a diffondersi un modello politico nuovo: il comune medievale, protagonista di un ripopolamento delle città. Nel 1176 la Lega Lombarda sconfisse le truppe dell'imperatore Federico Barbarossa nella battaglia di Legnano. La pace di Costanza del 1183 sancì nel contempo la formale ubbidienza dei comuni all'imperatore e il sostanziale riconoscimento delle autonomie comunali da parte del sovrano. A partire dal XIII secolo il modello comunale entrò in crisi e venne presto soppiantato dalle nascenti Signorie: i Gonzaga a Mantova,[26] i Visconti e poi gli Sforza a Milano.[27]
Nella seconda metà del Medioevo, in quella che veniva chiamata Lombardia (ovvero l'Italia del nord) cominciarono a differenziarsi la parte meridionale (Toscana) e quella orientale (Marca trevigiana, Marca veronese): il termine "Lombardia", da allora in poi, cominciò a identificare ormai solo la parte della Pianura padana situata a nordovest del fiume Mincio, soprattutto i territori soggetti al dominio dei Visconti prima e degli Sforza poi. Nel XV secolo la Lombardia divenne nuovamente terra di conquista: prima arrivarono i Veneziani da est, poi i Francesi rivendicarono la restante parte del Ducato di Milano che poi fu ceduto, dopo lunghi anni di guerra, il cui evento culminante fu la battaglia di Pavia del 1525, agli Spagnoli che vi rimasero a lungo, formalmente ancora sotto l'egida del Sacro Romano Impero.
Durante questa dominazione la regione conobbe, dopo un primo periodo di prosperità, una progressiva decadenza, aggravata nel XVII secolo da epidemie di peste. Nel 1714 il Ducato di Milano, in seguito alla guerra di successione spagnola passò per eredità dagli Asburgo di Spagna agli Asburgo d'Austria; infine gli austriaci ottennero anche il ducato di Mantova.
Il Regno d'Italia napoleonico, avente come capitale Milano, nel 1807, quando includeva anche l'Istria e la DalmaziaCarta del Regno Lombardo-Veneto, 1815-1866
La parte orientale della regione, annessa alla Repubblica di Venezia nel corso del XV secolo, comprendeva i territori di Bergamo, Crema, Brescia e Salò, che seguirono dunque una storia in diversa dal resto della regione fino al 1797, quando la Lombardia conobbe nuovamente, dopo secoli di divisione, l'unità politica e amministrativa sotto l'egida di Napoleone Bonaparte.
Negli anni ottanta del XX secolo Milano divenne simbolo della crescita economica del Paese, e simbolo del rampantismo economico-finanziario della "Milano da bere", mentre il gruppo socialista milanese di Bettino Craxi era al governo nazionale. La città di Milano, nei primi anni 1990, fu l'origine della serie di scandali noti come Tangentopoli emersi dalle indagini giudiziarie della procura milanese note come Mani pulite, che poi si propagheranno nel resto del Paese.
Panorama della Valtellina dall'Alpe Piazzola nel comune di Castello dell'AcquaBernina Punta Perrucchetti 4020 m, la cima più alta della Lombardia
La superficie della Lombardia si divide quasi equamente tra pianura (che rappresenta circa il 47% del territorio) e le zone montuose (che ne rappresentano il 41%). Il restante 12% della regione è collinare.[28]
La regione è attraversata da decine di fiumi (tra cui il Po, fiume più grande e lungo d'Italia) ed è bagnata da centinaia di laghi di origine naturale e artificiale.
I massicci principali sono il Bernina (4049 m), il Disgrazia (3678 m), l'Ortles (3905 m) e l'Adamello (3555 m), nelle Alpi Retiche; il Pizzo Coca (3053 m), nelle Alpi Orobie; il Pizzo del Diavolo di Tenda (2915 m), nelle Prealpi e il Monte Lesima (1724 m), nell'Oltrepò Pavese. Raggiunge il punto più elevato con la Punta Perrucchetti (4020 m), appartenente al Bernina.
In termini geografici la Lombardia non si può considerare un territorio unitario, nel senso di territorio delimitato da precise conformazioni fisiche, sia per la varietà di paesaggi che l'attraversano senza racchiuderla, sia perché i confini amministrativi, sono molto spesso il frutto di complesse vicende storiche. Tuttavia è possibile delineare a grandi linee il suo territorio amministrativo attraverso rilievi, laghi e fiumi.
A delimitare la Lombardia a nord si può utilizzare lo spartiacque alpino tra la Valtellina e le valli del Reno e dell'Inn anche se, a volte, questo confine oltrepassa il versante valtellinese. A est sono il lago di Garda e il fiume Mincio a separare la Lombardia dalle altre regioni italiane; così come a sud il Po (eccezion fatta per l'Oltrepò Pavese e l'Oltrepò mantovano che si estendono più a sud), e a ovest il Lago Maggiore e il Ticino (con l'eccezione della Lomellina che sconfina verso il Piemonte) possono servire per distinguere la Lombardia dalle altre regioni. Questi confini racchiudono un territorio di circa 23861km²,[30] rendendola la quarta regione italiana per estensione superficiale.
Attraversando la regione, da nord verso sud, s'incontrano lungo il cammino per primi i rilievi delle Alpi e poi, poco più a sud, le Prealpi seguite da dolci colline che smussano il passaggio dalla montagna alla Pianura Padana. Proprio lungo la fascia prealpina si trovano alcuni dei più grandi laghi d'Italia (come il Lago di Garda, il Lago Maggiore e il lago di Como), mentre numerosi fiumi (come il Po, l'Adda, l'Oglio, il Mincio e il Ticino) e torrenti solcano le montagne, formando profonde valli, attraversano la pianura rendendola rigogliosa di vegetazione. In una piccola area a sud dell'Oltrepò Pavese nella zona della val Trebbia, si ergono colline e montagne dell'Appennino ligure; qui il fiume Trebbia, per una piccola porzione, segna il confine più meridionale della regione.
Le catene montuose corrispondono al 40,5% del territorio regionale[32] e sono costituite dalle Alpi, dalle Prealpi e dagli Appennini. Appartengono alle Alpi lombarde una piccola porzione delle Alpi Lepontine e gran parte delle Alpi Retiche. Sul territorio montano della Lombardia spiccano quattro massicci orografici di rilievo: il Badile-Disgrazia, il Bernina, l'Ortles-Cevedale e l'Adamello. I primi tre sorgono sullo spartiacque tra i bacini del Reno e dell'Inn a nord e dell'Adda e dell'Oglio a sud e solo in parte si ergono sul territorio nazionale. L'Adamello, invece, sorge tra i bacini dell'Adda e dell'Adige e si trova completamente in territorio italiano. Le Alpi lombarde raggiungono la massima quota alla Punta Perrucchetti (4020m), nel massiccio del Bernina, dove a quest'ultimo appartengono sei tra le dieci cime più elevate della regione. Al di fuori di questo, altre importanti vette sono il Gran Zebrù (3857 m) nel Gruppo Ortles-Cevedale e il Monte Cevedale (3764 m). Il massiccio dell'Ortles-Cevedale ospita il ghiacciaio dei Forni, che ha un'estensione di circa 11,34 km² ed è il secondo ghiacciaio d'Italia dopo quello dell'Adamello, pure in Lombardia nell'omonimo gruppo montuoso ed esteso per 15,66 km². A sud della Valtellina si stagliano le Alpi Orobie che superano i 3000 metri, delimitate a est dalla Valcamonica e a ovest dal bacino del lago di Como.
Confinate a ovest dal Lago Maggiore e a est dal Lago di Garda si trovano le Prealpi lombarde le cui vette superano di poco i 2500 m di quota. Le Prealpi sono in prevalenza costituite da sedimenti calcarei e sono geologicamente più giovani delle Alpi. La loro origine sedimentaria ha permesso la formazione di solchi profondi nelle montagne, principalmente per opera dei ghiacciai, che hanno portato alla formazione di strette e profonde valli solcate da fiumi e occupate in parte dai laghi prealpini, sbarrati verso la pianura da rilievi morenici. I rilievi morenici a sud delle prealpi, assieme alle prime sporgenze orografiche, formano quella fascia collinare (12,4% del territorio) che collega le prealpi alla pianura e che contiene numerosi laghi piccoli e poco profondi.
La pianura lombarda occupa il 47,1% della superficie totale della regione ed è parte della Pianura Padana che si estende dal Piemonte alla Romagna, dalle Alpi agli Appennini. La pianura lombarda può essere suddivisa geologicamente in due parti: l'alta e la bassa. L'alta pianura è caratterizzata da materiali grossolani, molto permeabili, di origine alluvionale e presenta grossi solchi originati dai fiumi che scendono dalle montagne. La bassa pianura invece è formata da materiale argilloso, poco permeabile e declina dolcemente verso il Po. Il passaggio dall'alta alla bassa pianura lombarda è segnalato dalla presenza di riaffioramenti naturali d'acqua detti risorgive o fontanili, causati dall'incontro della falda freatica proveniente dall'alta pianura con i terreni impermeabile della bassa. Questa linea ha un andamento parallelo a quello prealpino e passa per le città di Magenta, Monza, Treviglio, Trenzano, Chiari e Goito.
Passi alpini
Le singole voci sono elencate nella Categoria:Valichi della Lombardia.
Il versante settentrionale del passo dello Spluga
Le vallate alpine lombarde sono più ampie e larghe rispetto a quelle che si trovano, sempre sull'arco alpino, in Piemonte e in Valle d'Aosta. La maggior parte di esse sono attraversate da torrenti che scendono verso la Pianura Padana formando fiumi che poi si immettono alla sinistra idrografica nel Po. Grazie all'ampiezza delle loro valli i passi alpini lombardi, sebbene si trovino a un'altitudine elevata, sono facilmente accessibili.
I passi internazionali più importanti che si trovano sulle Alpi lombarde e che mettono in comunicazione la regione con la Svizzera sono il passo dello Spluga (2118 m), il passo del Maloja (1815m) e il passo del Bernina (2323 m), con quest'ultimi due che sono situati in territorio elvetico. I passi nazionali più importanti sono invece il passo dello Stelvio (2759 m) e il passo del Tonale (1883 m), che mettono in comunicazione la Lombardia con il Trentino-Alto Adige. Questi passi alpini rivestono una grande rilevanza anche da un punto di vista storico, visto che da sempre permettono una facile comunicazione tra la Lombardia e i suoi territori confinanti. Da essa sono poi conseguiti costanti traffici commerciali, che hanno contribuito allo sviluppo della regione.[33]
Vista panoramica del golfo di Lecco dal Monte Barro, da sinistra si vedono: il Moregallo, il Lario, il Monte San Martino e la città di Lecco.
La regione è costellata da molti laghi di grandi e piccole dimensioni, i principali dei quali sono:
Il lago di Garda (o Benaco), di origine glaciale, è il più grande d'Italia con una superficie di 370 km². È profondo 346 m e ha una lunghezza di 51,6 km. La grande quantità d'acqua del lago ha effetti significativi sul clima locale. Lungo le sue sponde si coltivano infatti l'ulivo, i limoni e i cedri, tipici del clima mediterraneo.[34]
Il lago Maggiore (o Verbano) ha una superficie di 212 km², un'estensione di 50 km, una larghezza che va dai 2 ai 4,5 km e una profondità massima di 372 m.[35]
Il lago di Como (o Lario) è caratterizzato da una forma a Y rovesciata, con la punta di Bellagio che segna la separazione in due rami. Completamente scavato nella cerchia prealpina, il lago si snoda per 46 km, ha una larghezza massima di 4,3 km e una superficie di 146 km². È il primo in Italia come sviluppo perimetrico (180 km) e il quinto in Europa come profondità (410 m).[36]
Il lago d'Iseo (o Sebino) ha la forma di una S, con una superficie di 65,3 km² e una profondità massima di 361 m. Vi è situata l'isola lacustre più grande d'Europa, Monte Isola, che si estende per 4,3 km² . Nell'estate del 2016 la sponda bresciana è stata al centro dell'installazione artistica temporanea The Floating Piers di Christo.[37]
Il lago d'Idro (o Eridio), anch'esso di origine glaciale è situato nella provincia di Brescia ai confini con il Trentino, a 368 metri sul livello del mare,ed è formato dalle acque del fiume Chiese che ne è anche l'emissario. La sua superficie misura 10,9 km2.[39]
Il lago di Varese, che ha una superficie di circa 14,9 km² e che ha una profondità massima di 26 m.[40]
I laghi di Mantova (Lago Superiore, Lago di Mezzo e Lago Inferiore) che, con una superficie complessiva di 6,21 km², sono gli unici interamente ricompresi nella Pianura Padana.
I fiumi
Principali fiumi che scorrono sul territorio lombardo.
Il fiume Adda tra Trezzo e Capriate San Gervasio, tra la città metropolitana di Milano e la provincia di BergamoIl fiume Ticino nei pressi di Pavia (Massaua di Torre d'Isola)Ponte Romano sul fiume Oglio (IV sec.) a Palazzolo, in provincia di BresciaIl fiume Brembo a San Giovanni Bianco, in provincia di Bergamo
Per il territorio lombardo passano centinaia di fiumi e torrenti, il più rilevante dei quali è il Po che con i suoi 652 km è il più lungo d'Italia. Per un lungo tratto costituisce il confine meridionale della regione e scorre interamente in Lombardia solo nelle province di Pavia e Mantova.
Gli altri principali fiumi provengono dal versante alpino della Pianura Padana e sono tutti affluenti del Po: infatti il territorio lombardo è quasi interamente compreso nel bacino idrografico del principale fiume italiano.[N 8] Data la scarsa estensione del territorio regionale a sud del Po, la Lombardia è praticamente priva di fiumi appenninici: nell'Oltrepò pavese non si trovano corsi d'acqua significativi, mentre l'unica eccezione è costituita dal Secchia che nell'ultimo tratto del suo corso, prima di confluire nel Po, scorre nell'Oltrepò mantovano.
Oltre al Po, i fiumi principali sono:
L'Adda (313 km) è il fiume più lungo che scorre interamente in Lombardia. Nasce in Val Alpisella e dopo aver attraversato l'intera Valtellina s'immette nel lago di Como, riuscendone dal ramo di Lecco per affluire nel Po nei pressi di Castelnuovo Bocca d'Adda (LO).
Il Ticino (248 km), che nasce in Svizzera nel Canton Ticino, è immissario ed emissario del Lago Maggiore e divide per un tratto la Lombardia dal Piemonte prima di confluire poco a sud di Pavia nel Po, di cui è il principale affluente per portata d'acqua.
Il Mincio (75 km) è il principale emissario del lago di Garda, ma può essere considerato, con il lago stesso e l'immissarioSarca, un unico asse fluviale di 203 km[41] (sistema Sarca-Mincio). Fuoriuscito dal lago segna per un tratto il confine tra Lombardia e Veneto, scorre poi in provincia di Mantova lambendo la città capoluogo prima di immettersi nel Po a valle di Governolo.
Altri fiumi rilevanti sono il Lambro (130 km), il Serio (124 km) e il Brembo (74 km), l'Olona (71 km) e l'Olona meridionale (36 km). L'omonimia tra i due fiumi Olona non è di origine imitativa o etimologica, ma è dovuta al fatto che originariamente si trattava di due tronconi dello stesso fiume, deviato dagli antichi Romani nel suo tratto superiore verso Milano.[42]
Clima
Nebbia al castello Visconteo di Legnano, nella città metropolitana di MilanoUn olivo sul lungolago del comune bresciano di Salò. Sul Lago di Garda è presente un microclima "mediterraneo" che consente la coltivazione dell'olivo e la produzione dell'olio di oliva
Il clima della Lombardia, per quanto definibile di tipo temperato umido,[43] si presenta molto variegato a causa delle diverse conformazioni naturali presenti sul territorio: montagne, colline, laghi e pianure.
In genere le stagioni estive in pianura sono afose (a causa della molta umidità) e calde. La continentalità fa sì che la media delle temperature massime nel mese di luglio sia di 29 °C.[44] Ma in questi mesi dell'anno sono anche frequenti forti temporali e improvvisi rovesci accompagnati anche da grandine. In base alle medie degli ultimi 30 anni, le temperature invernali sono generalmente comprese fra un minimo di -2 °C in gennaio e un massimo di 13 °C in marzo[45], con precipitazioni contenute.[43] L'escursione termica nel corso dell'anno è elevata e la nebbia è intensa, seppur in costante diminuzione da metà anni '90 (circa del 50% rispetto ai decenni precedenti[46]).
In montagna il clima è tipicamente alpino con estati fresche, abbondanti precipitazioni e inverni lunghi, rigidi e poco piovosi.[47] La Pianura Padana, a causa dello sbarramento alpino a nord e dell'Appennino a sud è una delle zone meno ventilate d'Italia;[48] ciò è causa del ristagno delle sostanze inquinanti[49] ma anche della percezione più alta delle temperature invernali. La neve, abbondante sui rilievi, cade - ma non sistematicamente - anche in pianura, essendo la temperatura media minima in gennaio di −1 °C.[44]
Il Lago di Garda grazie alle sue dimensioni ed alla sua posizione, mitiga la costa bresciana[50], creando un microclima "mediterraneo" che rende possibile la coltivazione dell'olivo e la produzione dell'olio di oliva; anche in altre zone lacustri viene prodotto il cosiddetto "olio lombardo".[51]
La fascia prealpina e l'alto Oltrepò hanno un clima di tipo temperato fresco, la media montagna alpina un clima temperato freddo e le vette un clima di tipo glaciale.[43]
Come in tutte le zone urbanizzate del pianeta le città lombarde, a causa delle loro grandi dimensioni e della produzione di calore dovuta all'attività umana, hanno dato origine a un innalzamento medio della temperatura locale rispetto alle campagne circostanti, la cosiddetta "isola di calore".
La struttura geologica della Lombardia deriva dall'orogenesi delle Alpi dovuta alla collisione tra la placca africana e quella europea che ha generato la catena alpina a partire dal Cretaceo superiore fino al Miocene.[53]
Dal punto di vista geologico, oltre che geografico, la Lombardia può essere divisa in tre "zone". La Pianura Padana delimitata a sud dall'Oltrepò Pavese e a nord dalle Alpi, a loro volta suddivise in Alpi Centrali e le Alpi Meridionali (anche dette Sudalpine) dalla Linea Insubrica, che attraversa la Valtellina in direzione est-ovest.
Particolare cresta seghettata del Resegone visto da Lecco
In Val Trompia affiora la Formazione di Collio costituita da termini vulcanoclastici: tufi conglomeratici e porfiriti. Questi depositi terrigeni derivano dallo smantellamento di edifici vulcanici situati a sud, nell'attuale area padana. Sono stati riconosciuti da studi petrografici termini vulcanici dacitici e andesitici, tipici degli archi magmatici di tipo Pacifico (come l'attuale Indonesia), che indicano un contesto geodinamico collisionale.
Il Calcare di Domaro è presente estesamente in tutta la regione:[55] in Lombardia orientale, affiora in concordanza stratigrafica sopra il Calcare di Gardone Val Trompia (una formazione composta da calcareniti di origine torbiditica), mentre nel resto della Lombardia, questa formazione poggia sopra il Calcare di Moltrasio (Hettangiano-Carixiano superiore), con una transizione abbastanza rapida (generalmente pochi metri). Nella Lombardia orientale la formazione passa superiormente al Rosso ammonitico lombardo (Toarciano-Batoniano), composto da marne varicolori (verdi-rossastre e violacee) e calcari nodulari rossastri - biancastri.
Il territorio di Lecco si è formato nel periodo che va da 250 a 26 milioni di anni fa. Esso è frutto prima dell'azione orogenetica e poi del modellamento da parte dei ghiacciai e dei fiumi che hanno definito l'attuale orografia. La parte settentrionale della provincia di Lecco appartiene al sistema alpino, il Monte Legnone (2610 m) rappresenta la vetta più elevata ed è caratterizzato dal processo orogenetico. Il resto del territorio montano della provincia è di tipo prealpino ed è diviso da quello alpino dalla Linea Insubrica.
La Pianura Padana invece è di origine più recente; formatasi dal deposito di materiale detritico sulla piattaforma continentale, proveniente dall'erosione per opera delle acque superficiali, che ha accompagnato il sollevamento della catena alpina, innalzatasi a ovest e a nord della pianura, e di quella appenninica a sud, che hanno colmato il golfo marino esistente nel pliocene creato dal sollevamento delle due catene montuose.[56]
Collocata al centro della Pianura Padana centro settentrionale, l'area in cui si trova Milano e la sua provincia è costituita in superficie da terreni alluvionali quaternari. Questi vengono genericamente indicati come "Diluvium recente" sono costituiti da terreni fluvioglaciali del Riss (fiume) e depositi fluvio glaciali del Wurm; si possono trovare anche terreni alluvionali ghiaioso-sabbiosi nel territorio di Rho terrazzati e classificati come "Alluvium Antico" attribuiti al periodo della glaciazione di Mindel.[57]
Panorama della bassa Pianura Padana lombarda, un campo di riso nel comune di Pavia.
L'area dell'Oltrepò Pavese appartiene geologicamente alle unità liguri dell'appenino settentrionale, ricoperte dai sedimenti semi alloctoni autoctoni della serie plio-pleistocenica padana.[58]
Con i suoi dieci milioni di residenti (10103969 al 1º gennaio 2020)[59] la Lombardia è la regione più popolosa d'Italia, e tra le prime in Europa; superiore alla popolazione dell'Austria e della Svizzera, doppia rispetto alla Norvegia e pari a quella del Portogallo, è molto vicina a quella delle grandi regioni europee della Baviera, Île de France e Baden-Württemberg, che superano di poco i 12 milioni di abitanti.[60]
Al 1º gennaio 2020 i lombardi costituiscono il 16,77% della popolazione nazionale e vivono sul 7,9% del territorio italiano, dando origine a una densità demografica di 423,40 ab/km2 (rispetto ai 200,71 ab/km2 della media italiana),[61] al 1º posto in Italia. L'ente di area vasta più popolato è la Città metropolitana di Milano (secondo in assoluto in Italia), seguita dalle province di Brescia e Bergamo (rispettivamente al 6º e 9º posto in ambito nazionale), mentre il meno abitato è la provincia di Sondrio.[62] La popolazione maschile (4949770 abitanti) costituisce il 48,9% della popolazione regionale mentre quella femminile (5154199) il 51,1%.[63]
Nel 2014 il tasso di crescita naturale in Lombardia è stato dello 0,3% ab.; il tasso migratorio interno dell'1,4‰ e quello estero del 4,4‰.[64] La speranza di vita alla nascita nel 2015 era di 80,5 anni per i maschi e 85,2 per le femmine.[65]
La popolazione straniera presente in Lombardia è di 1206023 abitanti (al 1º gennaio 2020) pari all'11,9% della popolazione lombarda, costituendo quasi un quarto (22,9%) di quella presente nell'intera Italia. Verso la fine dello scorso secolo, in Lombardia così come in Italia, è cominciato un flusso migratorio proveniente da paesi extraeuropei e in particolare dall'Africa, dall'Asia, dal Sud America e dall'Europa dell'Est.[66] La popolazione della sola città di Milano, tra il 31 dicembre 2003 e il 31 dicembre 2019, è incrementata di 124161 abitanti.[67] Nello stesso periodo la popolazione straniera a Milano è cresciuta di 135648 abitanti: ciò significa che gli abitanti con cittadinanza italiana sono diminuiti di 11487 unità.[68]
La presenza umana sul territorio è caratterizzata da una grande disomogeneità in quanto è fortemente concentrata nella fascia pedemontana tra le province di Varese, Como, Lecco, Monza e Brianza e soprattutto Brescia e Bergamo e nella Città metropolitana di Milano.[61] Questo territorio comprende più di 6,5 milioni di abitanti ed è caratterizzato da una fitta urbanizzazione che viene chiamata in modo metaforico la "Città Infinita".[69] La popolazione, invece, cala lentamente in densità andando verso la bassa pianura e, più bruscamente, verso la montagna ma non nelle maggiori vallate alpine.
Al 1º gennaio 2023, secondo i dati Istat, i cittadini stranieri residenti nella regione sono 1.176.169 (11,8% della popolazione lombarda). I gruppi più numerosi censiti al 1º gennaio 2023 sono quindi:
Le principali varietà della lingua lombarda sono il lombardo occidentale (parlato nelle province di Varese, Como, Lecco, Sondrio, Monza e della Brianza, Milano, Lodi e Pavia), il lombardo orientale (nelle province di Bergamo e Brescia, nel Cremasco, nell'alto Mantovano e nei comuni lecchesi della Val San Martino), il lombardo alpino (nel Canton Ticino e nel sud del Cantone dei Grigioni, nel nord Lombardia e Piemonte e in alcune zone del Trentino) e il lombardo meridionale, di transizione con l'emiliano (nelle province di Cremona e Mantova); nella parte meridionale della provincia di Mantova e nel Casalasco (zona sud-est della Provincia di Cremona) si parlano invece dialetti emiliani.[73]
La struttura delle diocesi lombarda è estremamente storica. Delle dieci diocesi, otto risalgono all'impero romano, solo Crema e Vigevano furono create nel Cinquecento per riflettere esigenze politiche,[75] e non risulta che alcuna sede diocesana sia mai stata soppressa. La diocesi di Lugano fu creata nell'Ottocento per separare le parrocchie svizzere che dall'antichità erano state comasche o milanesi.
La storica sede del Corriere della Sera in via Solferino a MilanoIl primo numero della Gazzetta dello Sport, uscito a Milano venerdì 3 aprile 1896
In Lombardia, nel 2009, sono stati venduti 945471 quotidiani (96 copie ogni mille abitanti).[77] Di seguito un elenco dei principali quotidiani e giornali pubblicati nella Regione Lombardia.
Come le altre regioni d'Italia a statuto ordinario, la regione è stata prevista sin dal 1948 dagli articoli 114 e 115 della Costituzione della Repubblica Italiana, ma solo con la legge n. 281 del 16 maggio 1970 avente per oggetto "Provvedimenti finanziari per l'attuazione delle Regioni a statuto ordinario", con cui si è dato avvio al processo di decentramento amministrativo previsto dall'articolo 5 e dall'articolo 118 della Costituzione, attuò le proprie funzioni. L'ente è composto da giunta e consiglio regionali.
Il 22 ottobre del 2017 si è tenuto un referendum consultivo riguardante la possibilità per la regione di richiedere allo Stato l'attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 116, terzo comma, della Costituzione e con riferimento a ogni materia legislativa per cui tale procedimento sia ammesso in base all'articolo richiamato: questo voto, il primo in Italia con modalità digitale, ha visto la partecipazione al voto di 3.017.707 elettori (pari al 38,34% degli aventi diritto) e il SÌ ha vinto con una percentuale del 95,29%.[129]
Suddivisione amministrativa
La regione è suddivisa in dodici enti di area vasta (11 province e 1 città metropolitana) e 1506 comuni, essendo quindi quella con più enti locali in Italia. La provincia più estesa è quella di Brescia, la più piccola quella di Monza e della Brianza.
Nel 2013, il 2,4% del PIL regionale è stato utilizzato per la formazione e l'istruzione (-1,2 punti percentuali rispetto all'incidenza di questa spesa sul PIL italiano).[131] Nel 2014, il 12,9% dei giovani in età 18-24 anni ha abbandonato prematuramente gli studi, senza aver concluso almeno due anni di scuola secondaria di II grado. La percentuale è inferiore di 2,1 punti percentuali rispetto al dato italiano[132]
In Lombardia, nel 2019, il 33% della popolazione in età 30-34 anni è laureata (5,4 punti percentuali in più rispetto alla percentuale italiana).[133]
Nel 2014, la spesa sanitaria pubblica in Lombardia è stata di 18402000000€ (1842 euro pro capite).[134] Nella regione si contano 205 strutture ospedaliere pubbliche e private e 37.263 posti letto dell'attività ospedaliera.[135] Nel 2010 in Lombardia lavoravano 20578 medici e 51756 ausiliari.[136]
Il gonfalone della regioneUna delle rose camune raffigurate nelle incisioni rupestri della Val Camonica, in provincia di BresciaLa bandiera regionaleIl Regno longobardo (Regnum Langobardorum in latino) alla sua massima estensione (in azzurro), dopo le conquiste di Astolfo (751). In arancione, i territori controllati dall'Impero bizantino
Il gonfalone è costituito da una riproduzione del Carroccio, grande carro a quattro ruote recante le insegne cittadine attorno al quale si raccoglievano e combattevano le milizie dei comuni medievali dell'Italia settentrionale, di cui rappresentava l'autonomia, e dallo stemma della regione. Le dimensioni della gonfalone della Lombardia sono di 3x2 m e i nastri e la cravatta sono nei colori nazionali.[142]
La Regione Lombardia dal 29 gennaio 2019[143][144] ha adottato lo stemma con la rosa camuna quale bandiera ufficiale, attestando in tal modo la prassi invalsa negli uffici pubblici e nelle manifestazioni.
La festa regionale della Lombardia, che è stata istituita con la legge regionale n. 15 del 26 novembre 2013[139], si celebra il 29 maggio in ricordo della vittoria della Lega Lombarda sulle truppe imperiali di Federico Barbarossa nella battaglia di Legnano, scontro armato avvenuto il 29 maggio del 1176 nei dintorni della città omonima con cui venne posta la fine al disegno egemonico dell'imperatore germanico sui comuni medievali del Nord Italia.[145] Dopo la decisiva sconfitta di Legnano, l'imperatore accettò un armistizio di sei anni (la cosiddetta "tregua di Venezia"), fino alla pace di Costanza, in seguito alla quale i comuni medievali dell'Italia settentrionale accettarono di restare fedeli all'Impero in cambio della piena giurisdizione locale sui loro territori.[146]
«Per la partecipazione all'evento sismico del 6 aprile 2009 in Abruzzo, in ragione dello straordinario contributo reso con l'impiego di risorse umane e strumentali per il superamento dell'emergenza» — Roma, decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 ottobre 2010 [147]
La Lombardia è la prima[148] regione d'Italia per importanza economica,[149] contribuendo a circa un quinto (21,69% nel 2014) del prodotto interno lordo nazionale.[150] Inoltre ospita molte delle maggiori attività industriali, commerciali e finanziarie del Paese, e il suo reddito pro capite supera del 27,9% il corrispondente valore calcolato a parità di potere d'acquisto standard per l'Unione europea.[151]
Il PIL ai prezzi correnti (2014) della Lombardia ammonta a 350.024,68 milioni di euro, circa il 21,7% del PIL italiano che corrisponde a 1613859,1 € milioni.[150] È la seconda regione d'Europa per PIL e la 61ª per PIL pro-capite.[154]
Il PIL pro-capite della regione nel 2014 è stato di 35044,17 € contro i 26548,49 della media italiana.[155] L'andamento del Pil regionale negli ultimi anni ha seguito la dinamica innescata dalla grande recessione, che è incominciata nel 2007: in crescita fino al 2008, nel 2009 ha registrato una forte caduta, parzialmente recuperata tra 2010 e 2011 per poi diminuire nuovamente dal 2012.[150]
Gli occupati effettivi in Lombardia, nel 2018, sono il 67% della forza lavoro: il 65,8% impiegato nei servizi, il 32,4% nell'industria (comprese le costruzioni) e il rimanente 1,9% nell'agricoltura;[156] il tasso di disoccupazione, nel 2018, si attesta al 6% ed è uno tra i più bassi d'Italia.
In Lombardia, nel 2015, l'importo annuo pensionistico totale è stato di 39959€ milioni di euro.[157]
In Lombardia l'entità dei depositi in banca al 31 dicembre 2016 è di 308084€ milioni e si contano 5881 sportelli bancari.[158] Infine, nel 2013, sono state autorizzate 109310822 ore di CIG ordinaria, 113.102.850 ore di CIG straordinaria e 47620186 ore di CIG in deroga.[159]
Suddivisione del PIL regionale della Lombardia in settore primario (agricoltura), secondario (industria) e terziario (servizi)Scorcio del mulino Meraviglia di San Vittore Olona, mulino ad acqua sul fiume Olona
L'economia della Lombardia è caratterizzata da una grande varietà di settori in cui essa è sviluppata. Si va dai settori tradizionali, come l'agricoltura e l'allevamento, all'industria pesante e leggera, ma anche il terziario ha avuto un forte sviluppo negli ultimi decenni.
L'agricoltura lombarda è stata la base dello sviluppo economico della regione. Per prima è stata investita dal processo di meccanizzazione e ristrutturazione. La meccanizzazione, grazie all'utilizzo di macchinari sempre più complessi, ha portato a un incremento della produzione agricola mentre la ristrutturazione del territorio, attraverso la costruzione e ammodernamento di canali e la bonifica delle zone paludose ha permesso di migliorare la qualità della produzione agricola. Tuttavia la produzione agricola copre solo il 60% del fabbisogno della regione.[160]
In Lombardia, come in altre regioni d'Italia, a cavallo della fine del XIX e inizi del XX secolo ebbe impulso la meccanizzazione dell'attività molitoria.
Un padiglione della Fiera di Milano
L'allevamento è una voce economica rilevante in Lombardia. Nel 2015 si contavano infatti 1430000 bovini e bufalini, 103000caprini, 55000equini, 4046000 suini e 113000ovini.[163] Nei laghi e nei bacini artificiali lombardi, infine, sono state pescate, nel 2009, 980,3 tonnellate di pesce.[164]
L'industria è dominata da imprese di piccole e medie dimensioni, perlopiù a conduzione familiare, ma anche da grandi aziende. È fiorente in molti settori, particolarmente in quelli meccanico, elettronico, metallurgico, tessile, chimico e petrolchimico, farmaceutico, alimentare, editoriale, calzaturiero e del mobile.[165] A Milano e provincia sono concentrate circa il 26% delle imprese dell'industria lombarda.[166] Secondo uno studio del 2016 commissionato da Fondazione Edison e Confindustria, basato sul valore aggiunto del comparto industriale, delle 6 province (NUTS3) più industrializzate in Europa, ben tre sono Lombarde: Monza e Brianza (6ª), Bergamo (2ª) e Brescia, prima con un valore aggiunto dal comparto industriale che supera i 10 Miliardi di euro.[167]
Nel terziario, rilevante è il peso del commercio e della finanza. A Milano hanno sede anche la Borsa Italiana,[168] tra le principali piazze finanziarie europee, e la Fiera di Milano,[169] che a oggi è il più grande spazio espositivo d'Europa. Importanti sono anche le attività bancarie, dei trasporti, della comunicazione e dei servizi alle imprese. Il turismo (delle città d'arte, delle montagne e dei laghi) ha un peso significativo.[170]
Per quanto riguarda il commercio e la distribuzione di beni di consumo alla popolazione, la Lombardia conta 1656 supermercati, più di qualunque altra regione italiana, a cui vanno aggiunti 398 grandi magazzini, 164 ipermercati e 613 minimercati.[171]
Tasso di disoccupazione della Lombardia dal 2000 al 2020.[172][173]
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
Numero dei disoccupati in percentuale
3,94
3,33
3,34
3,57
4,05
4,09
3,7
3,43
3,73
5,36
5,6
5,77
7,48
8,09
8,19
7,87
7,4
6,4
6,0
5,6
5,0
Valore aggiunto della Lombardia ai prezzi correnti nel 2013.[150]
Valore aggiunto (dati grezzi) milioni di euro in Lombardia
% settore su totale regionale in Lombardia
% settore su totale nazionale in Italia
T: totale attività economiche
313.054,11
100,0%
100%
A: agricoltura, silvicoltura e pesca
3.488,27
1,1%
2,3%
BTF: attività estrattiva, attività manifatturiere, fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata, fornitura di acqua, reti fognarie, attività di trattamento dei rifiuti e risanamento, costruzioni
In Lombardia, nel 2015, il consumo di energia elettrica per abitante è ammontato a 6374Wh. Nello stesso anno, la produzione lorda di energia ha raggiunto i 41 GWh ogni 10000 abitanti e il 26% dei consumi di elettricità è stato coperto da energia proveniente da fonti rinnovabili.[174] Gli impianti idroelettrici sono 488, quelli termoelettrici 1056, quelli eolici 7 e quelli fotovoltaici94202.[175] La lunghezza delle linee elettriche nella regione nel 2014 è di 3867,8 km, di cui 2190,8 km a 220 kV e 1677km a 380 kV.[176]
Nella più dinamica e trafficata delle regioni italiane non è possibile, sulla base delle cifre, distinguere il turista in senso stretto da quello che viaggia per affari.[177] Nel 2014 si sono registrati 14091530 arrivi e 34293526 presenze. I non residenti hanno contribuito al 51,8% degli arrivi e al 57,4% delle presenze.[178]
Tra le bellezze naturali vanno annoverati al primo posto i laghi prealpini sulle cui sponde ville patrizie, orti, giardini, terrazze e borghi antichi si alternano a fitti nuclei di seconde case[177]. Le località rivierasche sono collegate da rotte di navigazione di linea. Villa d'Este a Cernobbio e altre ville del comasco ospitano personaggi di fama mondiale: magnati della finanza, star del cinema, scrittori, capi di Stato, cantanti e stilisti.[179]
Altri importanti flussi turistici interessano le vallate alpine (in particolare la Valtellina)[180] e le numerose città storico-artistiche, ricche di monumenti e di testimonianze del Medioevo e del Rinascimento.[181]
Rilevanti dal punto di vista turistico sono anche i dieci patrimoni mondiali dell'umanità riconosciuti dall'UNESCO presenti in Lombardia, che la portano a essere la regione italiana con il maggiore numero di siti di questo tipo:[185][186][187]
Il sistema aeroportuale regionale si sviluppa principalmente lungo la fascia pedemontana e si compone dei quattro aeroporti Milano-Malpensa, Milano-Linate, Bergamo-Orio al Serio e Brescia-Montichiari. L'aeroporto intercontinentale di Malpensa ha un ruolo preminente e gestisce la maggior parte del traffico merci e passeggeri della regione. L'aeroporto di Linate svolge invece il compito di aeroporto cittadino del capoluogo, mentre quello di Orio al Serio è la base dei collegamenti low-cost nazionali e internazionali e di diversi corrieri merci. L'aeroporto di Montichiari ha invece il maggiore movimento di voli cargo e charter ed è posizionato nei pressi dell'aeroporto di Brescia-Ghedi adibito a uso militare e sede del 6º Stormo dell'Aeronautica Militare.[191]
La rete ferroviaria lombarda dispone di 428 stazioni e si estende per circa 2000km. La rete è gestita prevalentemente da RFI; 320 km di linee ferroviarie sono in concessione a Ferrovienord[197], mentre le linee Parma-Suzzara e Suzzara-Ferrara, pur ricadendo parzialmente in territorio lombardo (55 km e 11 stazioni), sono in concessione a Ferrovie Emilia-Romagna[198].
Il servizio ferroviario di carattere nazionale e internazionale è assicurato prevalentemente da Trenitalia e in misura minore da Italo, TGV e Deutsche Bahn. Il territorio regionale dispone di tre linee ad alta velocità: la Torino-Milano, la Milano-Bologna e la Milano-Brescia.[199]
La società che gestisce il trasporto pubblico a Milano e nei comuni vicini è l'ATM.[201] All'interno dell'area metropolitana milanese è presente una rete di trasporti su ferro basata su due sistemi interconnessi tra loro:[202]
La società che gestisce il trasporto pubblico nella città e nell'Hinterland di Brescia è Brescia Trasporti;[203] la medesima società si occupa anche del trasposto pubblico urbano nel comune di Desenzano del Garda.
La società che gestisce il trasporto pubblico locale su gomma è CTPI (Consorzio Trasporti Pubblici Insubria), mentre la funicolare Vellone-Sacro Monte è gestita da AVT.
Area comasca
La società che gestisce il trasporto pubblico locale su gomma si chiama ASF. La funicolare Como-Brunate è gestita da ATM.
Le città di Milano e Brescia dispongono di una metropolitana. A Milano è presente la più estesa rete di metropolitane in Italia, con 5 linee in esercizio (M1, M2, M3, M4 e M5).
La regione possiede un sistema navale che si sviluppa sui laghi, lungo i fiumi e i navigli. Il sistema idroviario più importante della Lombardia si inserisce in quello padano-veneto che permette la navigazione da Casale Monferrato fino a Venezia lungo il fiume Po.[210] In questo sistema idroviario i porti più importanti della Lombardia sono quelli di Cremona[211] e Mantova.[212]
La navigazione sui laghi ha funzione prevalentemente turistica, e si svolge regolarmente su rotte di linea. Le rotte di navigazione di linea contano 460 km e vengono frequentate da oltre 10 milioni di viaggiatori annui.[213] I collegamenti sono gestiti dalla Gestione governativa navigazione laghi.
La Lombardia è stata la prima regione italiana a legiferare sulle aree protette di livello regionale (1983) introducendo concetti innovativi nella tutela del territorio, istituendo parchi fluviali (il primo in Europa fu il Parco naturale lombardo della Valle del Ticino nel 1974),[214] parchi agricoli e parchi locali; tutte idee e approcci usati anche nella legislazione nazionale (legge n. 394 del 6 dicembre 1991).[215] Il sistema delle aree protette lombardo consta di 24 parchi regionali (su 26 parchi individuati dalla legge n. 86/83), 65 riserve[216] e 30 monumenti naturali,[217] oltre alla presenza del Parco nazionale dello Stelvio. In totale le aree protette ricoprono più del 29% del territorio regionale.
Dal XV secolo il prestigio del toscano letterario incominciò a soppiantare l'uso dei volgari settentrionali che erano stati usati, pur influenzati dal volgare fiorentino, anche in ambito cancelleresco e amministrativo.[220] Nonostante ciò, a partire da questo secolo, cominciarono a esserci le prime avvisaglie di una letteratura lombarda vera e propria, con componimenti letterari in lingua lombarda sia nella parte occidentale della regione sia in quella orientale.[221][222]
Il XVII secolo vide affermarsi anche la figura del drammaturgoCarlo Maria Maggi, che creò, tra l'altro, la maschera milanese di Meneghino.[223] Sempre nel XVII secolo nacquero le prime bosinade, poesie popolari d'occasione scritte su fogli volanti e affisse nelle piazze oppure lette (o anche cantate) in pubblico; ebbero un gran successo e una diffusione capillare fino ai primi decenni del XX secolo.[224] La letteratura milanese nel XVIII secolo ebbe un forte sviluppo: emersero alcuni nomi di rilievo, tra cui il celebre poeta Giuseppe Parini, che scrisse alcuni componimenti in lingua lombarda.[225][226]
L'inizio del XIX secolo fu dominato dalla figura di Carlo Porta, riconosciuto da molti come il più importante autore della letteratura lombarda, anche inserito tra i più grandi poeti della letteratura nazionale italiana. Con lui si raggiunsero alcune delle più alte vette dell'espressività letteraria in lingua lombarda, che emersero chiaramente in opere come La Ninetta del Verzee, Desgrazzi de Giovannin Bongee, La guerra di pret e Lament del Marchionn de gamb avert.[227] La produzione poetica milanese assunse dimensioni così importanti che nel 1815 lo studioso Francesco Cherubini diede alle stampe un'antologia della letteratura lombarda in quattro volumi, che comprendeva testi scritti dal XVII secolo ai suoi giorni.[228]
Arte
Dalla Preistoria all'epoca classica
Incisioni rupestri della Val Camonica, in provincia di Brescia: scena di caccia al cervo
Le prime testimonianze artistiche in Lombardia risalgono al periodo Mesolitico quando, alla conclusione della glaciazione Würmiana, ha inizio il ciclo istoriativo delle incisioni rupestri della Val Camonica, che proseguì e si ampliò successivamente nel Neolitico e nell'Età del rame per concludersi solo in epoca romana e medievale.[229] Il ciclo camuno è considerato una delle più importanti testimonianze della preistoria a livello mondiale[230] ed è per questo inserito nella lista dei patrimoni mondiali dell'umanità.
Sono inoltre stati ritrovati ulteriori reperti della presenza di popolazioni preistoriche sul territorio lombardo, anch'essi inseriti nel patrimonio mondiale dell'umanità con il sito seriale degli "Antichi insediamenti sulle Alpi", con diverse località che si trovano in Lombardia.[231]
I Celti hanno lasciato testimonianze sparse per i musei archeologici della regione, mentre la presenza Etrusca è attestata nella zona di Mantova.[232] In seguito alla conquista romana l'evoluzione artistica della regione virò verso gli stilemi dei conquistatori dal periodo tardo repubblicano all'epoca imperiale romana: resti monumentali di quest'epoca storica si possono vedere a Brescia (Brixia) e Milano (Mediolanum).
Nel periodo tardo antico il territorio lombardo acquisì importanza, con Milano capitale dell'Impero d'Occidente, e di conseguenza aumentò anche la produzione artistica di cui restano testimonianze soprattutto nell'architettura sacra con la costruzione di chiese paleocristiane, in particolare a Milano.
Il successivo periodo altomedievale, coevo e successivo alle invasioni barbariche, sarà di capitale importanza per lo sviluppo dell'arte regionale: gli stilemi dell'arte barbarica introdotti dalle nuove popolazioni portarono infatti un apporto decisivo, fondendosi con modelli tardo antichi (che vengono mantenuti con continuità) nonché grazie a influenze bizantine,[233] per la creazione di un'arte propriamente lombarda. All'uscita dal periodo altomedievale si inizierà infatti a parlare di stili artistici propri della Lombardia[N 12] come ad esempio per il Romanico lombardo.
Nel febbraio 1910 i pittori Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Gino Severini e Luigi Russolo firmarono a Milano il Manifesto dei pittori futuristi e nell'aprile dello stesso anno il Manifesto tecnico della pittura futurista,[236] che contribuirono, insieme con altri manifesti firmati in altre città italiane, a fondare il movimento artistico del Futurismo. Alla morte di Umberto Boccioni nel 1916, Carrà e Severini si ritrovarono in una fase di evoluzione verso la pittura cubista, di conseguenza il gruppo milanese si sciolse spostando la sede del movimento da Milano a Roma, con la conseguente nascita del "secondo Futurismo".
La Lombardia ha dato i natali a un altro importante movimento artistico del XX secolo, il Novecento, che nacque a Milano alla fine del 1922. Venne incominciato da un gruppo di artisti composto da Mario Sironi, Achille Funi, Leonardo Dudreville, Anselmo Bucci, Emilio Malerba, Pietro Marussig e Ubaldo Oppi che, alla Galleria Pesaro di Milano, si unirono nel nuovo movimento battezzato Novecento dal Bucci.[237] Questi artisti, che si sentivano traduttori dello spirito del Novecento, provenivano da esperienze e correnti artistiche differenti, ma legate da un senso comune di "ritorno all'ordine" nell'arte dopo le sperimentazioni avanguardistiche soprattutto del Futurismo: in tale senso questo movimento artistico adottò anche la denominazione di Neoclassicismo semplificato. Il movimento Novecento si manifestò anche in letteratura con Massimo Bontempelli e soprattutto in architettura con i celebri architetti Giovanni Muzio, Giò Ponti, Paolo Mezzanotte e altri. Alcune delle opere dei maggiori artisti lombardi del XX secolo sono esposte al Museo del Novecento a Milano.[238]
Le feste e gli incontri tradizionali in Lombardia sono molto numerosi: città e paesi propongono infatti calendari ricchi di manifestazioni, alcune delle quali di origine antichissima.
La fiera degli Oh Bej! Oh Bej! si tiene a Milano il 7 e l'8 dicembre di ogni anno e ricorda la nomina di Sant'Ambrogio a vescovo della città.
La rievocazione storica del giuramento di Pontida si tiene a Pontida, in provincia di Bergamo, il 7 marzo e si ricorda il leggendario giuramento della Lega Lombarda che avrebbe dovuto essere il preludio della vittoriosa guerra dei comuni lombardi contro il Barbarossa.[239]
Una pentola di Cassœula. È una pietanza tipica della tradizione popolare, piatto forte di numerose sagre lombarde, sia invernali sia estiveLa polenta, uno dei piatti tipici della Lombardia
Per via delle diverse vicende storiche delle sue province e della varietà del suo territorio, la cucina lombarda presenta una tradizione culinaria molto variegata: se per i primi piatti la cucina lombarda spazia da risotti, a zuppe e pasta ripiena, in brodo o meno, a una variegata scelta di secondi piatti di carne si aggiungono piatti di pesce della tradizione dei numerosi laghi e fiumi lombardi.[241]
In linea generale, la cucina delle varie provincie lombarde può essere accomunata dai seguenti tratti: prevalenza del riso e della pasta ripiena sulla pasta secca, del burro a posto dell'olio di oliva per la cottura,[242] pietanze a cottura prolungata, così come il diffuso utilizzo di carne di maiale, latte e derivati, e di preparazioni a base di uova; a cui viene aggiunto il consumo di polenta, comune però a tutto il Nord Italia.[243]
Piatto simbolo della Lombardia è il risotto, annoverato fra i simboli della cucina italiana. Altri piatti tradizionali sono la cotoletta alla milanese, le varie versioni della polenta, la selvaggina, i brodi e le zuppe, così come il panettone, la mostarda, la colomba pasquale e il torrone. La grande diffusione di molti di questi prodotti li ha resi tipici della cultura enogastronomica italiana oltre che di quella lombarda.
Ogni paese lombardo ha sviluppato, nel corso del tempo, piatti tradizionali, legati soprattutto alla vita contadina e al frutto dei campi. Prodotti tipici e ricette tradizionali vengono oggi riscoperti e valorizzati sia dai singoli paesi sia dai più noti cuochi contemporanei.[244]
Tipiche della provincia di Brescia sono la polenta e osei (polenta con uccelli), lo spiedo bresciano, il Manzo all'Olio di Rovato, la Tinca al forno e le minestre, come la zuppa di mariconde, preparate con farina e mollica di pane, la zuppa con i brofadei, cubetti di farina e granoturco e la minestra con i casoncelli. Per quanto riguarda i vini, sono noti soprattutto quelli della Franciacorta e della zona del lago di Garda (in primis Lugana e Chiaretto della Valtenesi), il cocktail pirlo e il tipico dolce natalizio, il Bossolà.
La gastronomia delle zone lacustri è basata essenzialmente sui pesci d'acqua dolce come gli agoni essiccati ("missoltini"), anche se non mancano piatti di origine montanara preparati utilizzando selvaggina e polenta. Tipica del comasco è la polenta concia (polenta con formaggio fuso e burro). In queste zone sono prodotti i vini IGT delle Terre Lariane.
Cremona
Luogo caratterizzato dalla produzione del torrone e della mostarda, ma nella sua tradizione gastronomica compare anche della pasta ripiena, i marubini, che possono essere serviti in brodo o asciutti.
Nel lodigiano si produce il vino San Colombano. Frittate, zuppe, risotti e insaccati di maiale rappresentano le specialità della gastronomia lodigiana, che è caratterizzata da numerose ricette tipiche che si basano sull'impiego dei formaggi locali e soprattutto del burro.
La cucina monzese-brianzola è legata alla tradizione contadina della Brianza. La luganega (salsiccia monzese) viene utilizzata soprattutto nel risotto alla monzese (risotto allo zafferano con salsiccia e vino rosso), e la torta paesana o torta di latte (al cioccolato con uvette e pinoli).
La cucina di Sondrio è nota per i pizzoccheri, spesse, larghe e corte tagliatelle di grano saraceno e grano duro servite con burro sferzato all'aglio, casera, bitto, patate e per quanto riguarda le verdure influisce molto la zona di residenza e la stagionalità dei prodotti (la scelta resta principalmente tra verze, bietole o fagiolini).
La bresaola della Valtellina, insieme alla brisaola chiavennasca è tra i salumi più noti a livello nazionale. Tipica della Valtellina è la salsiccia "cacciatore", che si distingue per una forma rigonfia e per una stagionatura molto breve.
Ricorre con frequenza l'uso della polenta, con la particolare variante della polenta in fiur, una polenta a base di grano saraceno cotta con la panna e insaporita con formaggio magro.
Tra i piatti tipici vi sono i taroz, gli sciatt, i chiscioi e i pizzocheri bianchi della Val Chiavenna.
Varese
In questa zona, grazie alla vicinanza dei laghi, sono diffusi soprattutto piatti a base di pesce, come il risotto con il pesce persico o con l'anguilla di lago. Un altro piatto tipico sono i bruscitti, a base di carne di manzo, con semi di finocchio e vino rosso, che sono diffusi anche nell'Altomilanese e nel Piemonte orientale (Verbano-Cusio-Ossola).
La Lombardia è una regione molto attiva dal punto di vista sportivo. Alla numerosa e capillare presenza di impianti sportivi sul suo territorio, si accompagna anche la rilevanza a livello nazionale e internazionale delle sue società sportive.
Da punto di vista ciclistico vi si tiene annualmente il Giro di Lombardia e il Trittico Lombardo e vengono ospitate spesso tappe del Giro d'Italia che tradizionalmente (salvo eccezioni) si chiude con una passerella milanese.
Grattacieli in Lombardia
Skyline del distretto di Porta Nuova a MilanoSkyline di Brescia Due, centro direzionale di Brescia.
Le città di Milano e Brescia sono luoghi che storicamente più si sono sviluppati in verticale. Il primo grattacielo d'Italia, il Torrione INA, è stato inaugurato a Brescia nel 1932 e all'epoca della sua costruzione era il grattacielo in cemento armato più alto d'Europa.[248][249] Nel 1960 fu completato a Milano il Grattacielo Pirelli, divenuto ben presto uno dei simboli dell'architettura italiana del XX secolo e detentore per 35 anni del primato di grattacielo più alto d'Italia. Ad oggi, la Torre Unicredit con i suoi 231 metri di altezza alla guglia è il grattacielo più alto d'Italia.
^Bisogna comunque sottolineare come in origine il toponimo "Langobardia" indicasse un territorio decisamente più ampio dell'attuale regione: alla fine del periodo longobardo la Langobardia Maior era costituita da gran parte dell'Italia del Nord, escluse la Romagna, Venezia, il Trentino e parte del Piemonte occidentale. Ancora nell'XI secolo il territorio in cui si sviluppò il Romanico Lombardo era costituito dall'attuale Lombardia, dall'Emilia e da porzioni del Veneto e del Piemonte.
Bibliografiche
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^(EN) UNESCO Interactive Atlas of the World's Languages in Danger, su unesco.org. URL consultato il 30 novembre 2020 (archiviato il 17 dicembre 2020).
«Location(s): Pavia, Voghera, and Mantua, and in Lunigiana district in Tuscany»
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In grassetto sono indicate le città metropolitane. In luogo delle province, in Sicilia vi sono i liberi consorzi comunali; in Valle d'Aosta le funzioni della provincia sono espletate direttamente dalla regione, in Friuli-Venezia Giulia le province sono state abolite come enti amministrativi e rimangono esclusivamente come unità territoriali sovracomunali non amministrative; mentre in Trentino-Alto Adige le province sono enti autonomi sui generis.