Daniel Papebroch

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Daniel Papebroch in un ritratto del 1680.

Daniel Papebroch (Daniël van Papenbroeck in olandese, Daniel van Papenbroeck in francese e Daniel Papebroch in tedesco; Anversa, 17 marzo 1628 – Anversa, 28 giugno 1714) è stato un gesuita, storico e diplomatista belga.

Biografia

Entrò nella Compagnia di Gesù nel 1646. Collaboratore di Jean Bolland e Godefroid Henschen; dal 1660 al 1662 viaggiò per tutta Europa alla ricerca di antichi manoscritti inediti. Curò la pubblicazione di 19 volumi degli Acta Sanctorum. Negò la validità storica della derivazione dei Carmelitani dal profeta Elia e venne per questo da loro duramente attaccato. Alla polemica con l'ordine seguì la condanna dell'Inquisizione spagnola nel 1695 che però rivide la propria posizione nel 1715, riabilitando il Papebroch, deceduto da appena un anno.

Il dotto bollandista fu il primo a pubblicare, nel 1685, i Notamenti (o Diurnali) di Matteo Spinelli da Giovinazzo, traducendo i testi napoletani in latino[1], poi riconosciuti falsi da Wilhelm Bernhardi nel 1868.[2]

Note

  1. ^ Dalla pagina 40 a pagina 49 del Conatus chronico-historici ad Catalogum Romanorum Pontificum, par secunda a Gelasio Papa II. ad S.D.N. Innocentium XI, inserito nel Propylaeum ad Acta Sanctorum Maii, continuazione al vol. 5 del mese di maggio, stampato ad Anversa nel 1683 in fol. Successivamente ristampato in una seconda edizione del citato Propylaeum dalla pagina 362 alla pagina 372 dell'edizione di Anversa del 1742 in fol.
  2. ^ Wilhelm Bernhardi, Matteo di Giovenazzo. Eine Falschung des XVI Jahrhunderts, Berlino, 1868.

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